Dettaglio luogo

Miniera di Canale Serci

Della miniera di canale Serci rimangono ancora numerose testimonianze di edifici e strutture: la laveria, alcune strutture un tempo usate come alloggi per i minatori, l’edificio della direzione, attualmente ristrutturato ed adibito ad uffici dell'Ente Foreste della Sardegna e numerose gallerie.

Ancora difficile è invece determinare in quale periodo la miniera fu aperta e sfruttata per la prima volta. Le testimonianze certe parlano della presenza di società che si occupavano di ricerche minerarie nel sito a partire dal 1860, ma il rinvenimento, nel 1873, di brevi e rudimentali gallerie con cumuli di materiale già scavato e di una notevole quantità di cassiterite, fanno supporre che il sito fosse già sfruttato in periodo nuragico.

Da una relazione del 1913 si evince che i concessionari del permesso dimostrano serie intenzioni di intraprendere i lavori per riattivare le gallerie, ricostruire “la casa di abitazione, e il fabbricato a valle […] per adibirlo a magazzino e a locale per la aggiustatura degli attrezzi…”, per riattivare impianti di lavorazione diversi e la teleferica per il trasporto dei minerali.

Se ne deduce anche che, già precedentemente, delle strutture industriali erano presenti nella località. Comunque sia, solo agli inizi degli anni’30 ai permessi di ricerca seguì una vera e propria attività estrattiva che fecero, però, sorgere subito dei problemi con i contadini che utilizzavano le acque del rio Leni per irrigare i campi. Le acque di rifiuto della laveria venivano infatti scaricate direttamente sul fiume e i contadini chiesero l’intervento del capo del governo Mussolini.

Nel 1945 la miniera era ancora in attività e dava lavoro a 151 operai di Villacidro. Venne chiusa l’anno successivo perché il suo sfruttamento era diventato antieconomico.

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