Michele Boschino
Il tempo interiore degli uomini e delle donne del Dessì è tenacemente legato a quello della Natura e della tradizione contadina.
Attraverso la dimensione temporale di ciascun di loro si può raggiungere il mondo intimo, segreto, silenzioso della Sardegna che vive attraverso i personaggi che, a loro volta, in lei si rispecchiano e ne sono la più immediata emanazione ed espressione.
La Sardegna e Villacidro, in particolar modo, sono il Personaggio principale che emerge dalle pagine come elemento fondamentale. Questi luoghi sono una costante che di volta in volta accompagna la vita e le vicissitudini dei protagonisti vestendosi di abiti diversi: talvolta rifugio, altre volte unico luogo in cui sia possibile trovare la gioia, o ancora spazio vitale in cui recuperare la calma e gli equilibri perduti. Solo immersi nell’isola si può scivolare fuori dal tempo per calarsi in una dimensione storica che va aldilà delle cose e sentirsi protetti, al sicuro, come nel grembo materno.
Una perfetta armonia si instaura tra personaggio e luogo; è questo il caso di Michele Boschino che, dopo la morte del padre, si sente spaesato, privo del suo principale maestro di vita, alla luce del quale era cresciuto. Michele vuole stare solo e si rifugia in montagna ad Ulia. L’amore per la terra e per i suoi frutti lo aiuterà a recuperare calma e pace interiore; vive in simbiosi con la natura, misura il suo tempo in base allo scorrere delle stagioni, alla fatica nei campi, alla risposta che la terra dà alla sua tenacia nel coltivarla.
Nonostante il passare degli anni, nella seconda parte del romanzo, troviamo un Boschino, ormai avanti con gli anni, che conserva questo rapporto intimo ed esclusivo con la terra e che agli occhi di un giovane amico appare come “un vecchio albero, fermo, immutabile”, un elemento inscindibile della sua stessa terra.
Brano tratto da Michele Boschino - (Cap. VII, pp. 77-78 - Edizione Ilisso)